Adolescenza, identità e mondo digitale: come creare ponti tra generazioni
adolescenti e identità, educazione emotiva, genitori e figli, mondo digitale e adolescenti, emozioni adolescenza, comunicazione genitori figli, costruzione dell’identità, educazione affettiva
L’identità ai tempi del digitale
L’adolescenza è da sempre una fase della vita intensa, trasformativa e profondamente emozionale. Oggi, tuttavia, la costruzione dell’identità si confronta con una sfida inedita: la coesistenza tra un sé fisico e un sé digitale. Lì dove un tempo i conflitti interiori trovavano almeno qualche momento di tregua dentro le mura domestiche, oggi gli stimoli virtuali – e con essi giudizi, like, commenti, conferme e rifiuti – non si fermano mai.
La vita online è una vera e propria seconda pelle, e come tale va compresa: non è “meno reale”. Le emozioni che si attivano nelle dinamiche digitali sono autentiche, forti, spesso dirompenti. Minimizzarle, ridurle a “capricci” o “esagerazioni” significa rischiare di alzare muri dove ci sarebbe invece bisogno di costruire ponti.
Essere adulti-ponti
Il compito degli adulti – genitori, educatori, insegnanti – non è quello di insegnare come si vive l’adolescenza. È piuttosto quello di creare uno spazio sicuro e accogliente, in cui i più giovani possano esplorarsi, sbagliare, sperimentare emozioni nuove e talvolta ingestibili, sentendosi comunque visti, accolti e contenuti.
L’adolescente non ha ancora una chiara consapevolezza di sé. Sta cercando di rispondere alla domanda: “Chi sono?”. In questa ricerca, l’adulto può essere guida non tanto attraverso le parole, quanto con la propria presenza emotiva, con la coerenza tra ciò che dice e ciò che fa, mostrando come si vivono, si contengono e si comunicano anche le emozioni scomode.
Emozioni primarie e secondarie: un ciclo che si ripete
Il parallelismo con la fascia 2-3 anni è illuminante: in adolescenza, come nella prima infanzia, si sperimentano emozioni nuove, primarie e secondarie, spesso senza strumenti adeguati per gestirle. Rabbia, vergogna, ansia, paura, disgusto… sono esperienze intense, che chiedono contenimento. Ma per contenere, un adulto deve prima riconoscere e legittimare anche le proprie emozioni.
Essere modello non significa essere perfetti, ma autentici e presenti, capaci di dire: “Sono stanco”, “Ho bisogno di un momento”, senza riversare il disagio addosso al figlio o alla figlia.
Il rischio dell’etichettamento
Una riflessione potente riguarda il potere delle parole: se un adulto ripete spesso che un adolescente è “sempre arrabbiato” o “sempre chiuso”, rischia di contribuire a costruire una realtà che non corrisponde a ciò che quella persona è davvero. L’adolescente sta sperimentando, non ha ancora strumenti per discernere tra ciò che prova e ciò che gli viene restituito come immagine di sé.
In questo, gli adulti sono specchi potenti: riflettono, ma possono anche deformare. Per questo serve attenzione, cura, delicatezza.
Il ruolo dei modelli operativi interni
Durante l’adolescenza, così come nella prima infanzia, si consolidano i modelli relazionali e difensivi che ci portiamo dietro per molto tempo. Le esperienze vissute, i rifiuti, le frustrazioni, i no ricevuti o la loro assenza, plasmano le strategie con cui ci relazioneremo al mondo e agli altri anche da adulti.
Essere un porto sicuro oggi, significa contribuire a costruire un futuro adulto più consapevole, libero e capace di stare in relazione in modo autentico.
Autenticità, non perfezione
Il messaggio chiave è questo: non è richiesta la perfezione, ma l’autenticità. Mostrare la propria vulnerabilità, nominare i propri limiti, riconoscere le emozioni che si provano, anche quelle scomode, è un atto educativo potentissimo. Permette ai più giovani di sentirsi meno soli, di comprendere che non esistono emozioni “sbagliate”, ma solo emozioni che chiedono ascolto e spazio.
Essere adulti non significa non sbagliare mai, ma avere il coraggio di fermarsi, guardarsi, ascoltarsi e cambiare.
Come accompagnare i giovani nel mondo digitale?
Serve formazione, consapevolezza, ascolto. Serve un nuovo sguardo, che sappia cogliere le sfide emotive e relazionali dell’identità digitale. Per questo è nato “Giovani Digitali”, un corso pensato per genitori, educatori, insegnanti e adulti che vogliono accompagnare i ragazzi nella costruzione di un’identità sana e integra – nel mondo reale e in quello online.
🛒 È possibile acquistare il corso “Giovani Digitali” direttamente dalla nostra piattaforma.
Troverai strumenti pratici, riflessioni teoriche e indicazioni operative per costruire relazioni autentiche con le nuove generazioni.

Mi chiamo Elisabetta Gennaro e lavoro come psicologa clinica e psicosessuologa, mi occupo di sessualità non convenzionale, taboo e comunicazione all’interno delle coppie, polecole, gruppi.
Collaboro attivamente con la comunità Kink e BDSM italiana e diverse comunità di sottoculture urbane, promuovendo un approccio gentile , inclusivo e sicuro. Mi occupo di divulgazione sessuale partecipando come speaker ad eventi, conferenze e talk. Cerca il mio podcast Sesso Taboo Educazione in streaming su Instagram, Spotify, Apple e Amazon Music